Che si tratti di un’indagine avanzata a carico dell’aorta o di un controllo a seguito di un’operazione cardiochirurgica, la diagnostica per immagini offre un supporto insostituibile ai nostri dubbi di prevenzione. Numerose patologie vascolari, sospette o manifeste, richiedono infatti un’analisi approfondita del nostro flusso sanguigno: in questi casi, pratiche come l’ecocardiogramma e l’ecocolordoppler sono tra gli esami clinici più diffusi. Si tratta di indagini non invasive, che consentono di verificare le condizioni dei nostri vasi sanguigni ma che differiscono per modalità e risultati. Analizziamo insieme in cosa consistono e a chi sono consigliati.
Lo specialista intende sondare alcuni aspetti specifici del nostro quadro clinico, o magari il medico curante ci ha suggerito un piano di controllo più approfondito: le ragioni per le quali potremmo dover effettuare un esame di diagnostica avanzata sono molteplici. Cerchiamo quindi di capire in quali casi il nostro medico tenderà a prescrivere un l’ecocolordoppler o un ecocardiogramma.
Solitamente, si raccomanda di sottoporsi a un esame ecocardiografico:
- se al paziente è stato diagnosticato un soffio latero-cervicale
- qualora i suoi trascorsi clinici annoverino uno o più episodi di infarto
- nell’eventualità di una sospetta occlusione arteriosa
- quando la funzionalità dei vasi sovra- e sotto- aortici fosse compromessa
- nel caso in cui il paziente soffra di fibrillazione atriale.
Quanto all’ecocolordoppler, viene inoltre prescritto in via preventiva:
- a soggetti fumatori, diabetici e ipercolesterolemici
- durante un decorso post-operatorio di chirurgia vascolare
- a pazienti affetti da angina, ipertensione e aneurisma dell’aorta addominale.